Estate, tempo di sandali e piedi in mostra

Cosa causa talloni secchi e screpolati, callosità e consigli su come liberarsene
Con le vacanze alle porte, è giunto il momento di
fare spazio nell’armadio a canottiere, pantaloncini e sandali. Siamo sicuri,
però, che i nostri piedi siano pronti a godersi il caldo estivo, messi in bella
mostra in calzature aperte, oppure in totale libertà su spiagge e prati? Tante
volte, infatti, i lunghi mesi invernali che ci costringono ad indossare stivali
e scarponi da neve mettono a dura prova il benessere dei nostri piedi,
lasciando segni evidenti del disagio, come talloni secchi e screpolati,
callosità e duroni. In questo periodo, dunque, molti di noi sono in cerca di
consigli utili su come liberarsi dei fastidiosi (e talvolta dolorosi!)
inestetismi del piede, per renderli anche quest’anno assolutamente a prova di
infradito. Prima di passare ad elencare alcuni suggerimenti per una pedicure
casalinga ed efficace, cerchiamo di capire quali fattori determinano
indurimento e inasprimento della pelle, e perché.
La pelle è, nel nostro corpo, l’organo a diretto
contatto con l’ambiente esterno, che ci scherma dall’effetto dannoso di agenti
chimici e fisici, e dalla disidratazione. Dei tre strati che compongono la
pelle - ipoderma, derma ed epidermide - l’epidermide è quello più superficiale,
che assolve la funzione di vera e propria barriera protettiva. L’epidermide, a
sua volta, è formata per la maggior parte da “cheratinociti”, una tipologia di
cellule specializzate nella produzione di grandi quantità della proteina
strutturale nota come “cheratina”, da cui prendono il nome. All’interno
dell’epidermide, i cheratinociti si dispongono in strato basale, spinoso,
granuloso e corneo. Lo strato basale, ossia quello più profondo, presenta
cheratinociti poco maturi o differenziati, che si dividono in continuazione per
garantire il rinnovamento frequente dell’epidermide. Mano a mano che i cheratinociti
maturano, la sintesi di cheratina aumenta e le cellule risalgono verso la
superficie della pelle, passando dallo strato spinoso, a quello granuloso, ed
infine corneo. In quest’ultimo, la quantità di cheratina prodotta raggiunge
livelli tali che i cheratinociti sacrificano qualunque altra funzione cellulare
e formano un reticolo di cellule corneificate e dall’aspetto squamoso,
intercalate con una matrice di sostanze lipidiche (essenziale per preservare
l’idratazione), che ha il compito di proteggere gli strati sottostanti di
epidermide i cui cheratinociti stanno ancora attivamente proliferando e
differenziandosi. É importante sottolineare che il mantenimento del giusto
equilibrio (anche detto “omeostasi”) tra i diversi compartimenti dell’epidermide
è essenziale per garantire il benessere nonché il corretto funzionamento della
pelle.
Quali sono, dunque, i fattori esterni che possono intaccare l’omeostasi della pelle?
Gli insulti esogeni più comuni sono il sole,
i detergenti aggressivi (a pH troppo basico), le infezioni, la carenza di
umidità nell’ambiente, e gli insulti di tipo meccanico. Visto che stiamo
parlando di come comprendere e migliorare il benessere dei piedi, è opportuno
soffermarsi sulla stimolazione meccanica anomala, come ad esempio l’eccessiva
pressione o lo sfregamento più o meno prolungato nel tempo, che può intaccare
la barriera epidermica e risultare in manifestazioni sia acute che croniche. Un
classico esempio di danno meccanico acuto è la fastidiosissima vescica, in
genere nefasta conseguenza di scarpe belle ma poco comode! Gli scarponi
invernali che abbiamo menzionato all’inizio, invece, potrebbero causare un
danno meccanico di tipo cronico, per cui in risposta alla deregolazione
dell’interazione tra cheratinociti e all’alterazione dell’architettura degli
strati superficiali della pelle, gli stessi cheratinociti diventano iperattivi
e l’epidermide tende ad ispessirsi. L’ispessimento dell’epidermide di origine
meccanica prende il nome di “ipercheratosi meccanica”, e ne sono esempi tipici
i calli e i duroni. La principale differenza tra calli e duroni risiede nel
fatto che i duroni coincidono generalmente con aree di ipercheratosi meno
estese, presentano una formazione conica centrale piuttosto riconoscibile, e si
localizzano solitamente in corrispondenza delle articolazioni. Anche quando il
deterioramento della barriera dell’epidermide non sfocia nella comparsa di vere
e proprie callosità, la pelle può subire una consistente disidratazione, di cui
i talloni secchi e screpolati sono una manifestazione molto apparente e nota.
Consigli utili da seguire
Semplicemente basandoci sulle poche osservazioni
che abbiamo appena discusso, è possibile trarre alcuni utili suggerimenti su
come rimettere in sesto piedi un po’ provati dalla costrizione in scarpe
pesanti e non sempre comodissime durante tutto l’inverno. Le parole chiave sono
IDRATAZIONE ed ESFOLIAZIONE. L’applicazione, infatti, di prodotti idratanti
favorisce il ripristino della barriera epidermica, sia formando una barriera
idrofobica che trattiene l’acqua (è questo il caso delle sostanze “occlusive”),
sia favorendo il passaggio di molecole d’acqua dal derma all’epidermide (nel
caso di impiego di sostanze “umettanti”), sia colmando piccole fessure e
spaccature e, quindi, migliorando la consistenza della pelle (è questo il caso
delle sostanze “emollienti”). L’esfoliazione, d’altro canto, permette
l’eliminazione dei cheratinociti corneificati in eccesso, contrastando di
conseguenza l’ispessimento tipico dell’ipercheratosi. I consigli pratici,
dunque, sono:
(1) adoperare un sapone con pH leggermente acido
simile ai valori di pH della pelle;
(2) utilizzare prodotti che contengono agenti esfolianti (agenti cheratinolitici), quali urea e acido salicilico;
(3) applicare
frequentemente una crema idratante, preferibilmente di tipo emolliente (ricca
in oli vegetali) o umettante.
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