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I benefici del Mirtillo Nero

La denominazione tassonomica del mirtillo nero, Vaccinium myrtillus, deriva dal latino “bacca”, parola che identifica un qualunque frutto tondeggiante, e “myrtillus”, che letteralmente significa “piccolo mirto”, probabilmente ad indicare la somiglianza di foglie e frutti tra le due piante.

Il mirtillo nero nella storia

V. myrtillus è nativo del nord Europa, ma è ormai ampiamente diffuso anche in alcune regioni del Nord America e dell’Asia.

I primi riferimenti scritti circa l’uso del mirtillo in medicina risalgono al Medioevo, quando l’ingestione del frutto del mirtillo nero veniva consigliato per favorire la regolarità del ciclo mestruale. Nel corso dei secoli, via a via più proprietà curative sono state associate al consumo di mirtillo nero, quali - ad esempio - il trattamento di malesseri legati a stomaco, fegato e polmoni, la risoluzione della tosse cronica, e la funzione astringente. In tempi più recenti, V. myrtillus è diventato rinomato per la sua presunta capacità di migliorare la visione notturna, tanto che, durante la Seconda Guerra Mondiale, i piloti dell’aviazione francese e della British Royal Air Force assegnati a missioni notturne erano soliti ricevere grandi quantità di marmellata di mirtillo nero.

Oggi giorno, nonostante non ci siano studi che confermino in maniera definitiva la validità dell’estratto di V. myrtillus nel migliorare la visione notturna di soggetti sani, il mirtillo nero è riconosciuto per le sue qualità anti-ossidanti, vaso-protettrici - tramite il miglioramento della resistenza capillare e della contrattilità della parete arteriolare, la diminuzione della permeabilità vascolare, e l’aumento della vasodilatazione - e per la sua capacità di favorire la guarigione delle ferite, così come di contrastare i sintomi della retinopatia ipertensiva - la cui patogenesi è riconducibile all’azione combinata di stress ossidativo e insufficienza vascolare a danno della retina.

Le proprietà benefiche

Il mirtillo nero contiene una varietà di composti fenolici, tra cui gli acidi fenolici, i flavonoli, i tannini, e le antocianine - quest’ultime appartenenti ad una classe di coloranti idrosolubili, che conferiscono una particolare colorazione rossa, blu o viola a svariati fiori, frutti e vegetali. Di tutto il mix, le antocianine vengono considerate le principali responsabili delle proprietà medicinali del mirtillo nero, in quanto presentano funzione anti-ossidante, anti-microbica, antinfiammatoria, di stabilizzazione del DNA, e di regolazione dell’espressione di alcuni geni coinvolti nel metabolismo del tessuto grasso. Queste sostanze sono contenute principalmente nella buccia delle bacche di V. myrtillus, e vi si trovano maggiormente concentrate una volta che il frutto ha completato il processo di maturazione. Analisi condotte sia su modelli animali che in vitro, hanno permesso di formulare ipotesi circa i possibili meccanismi d’azione a livello cellulare, che sarebbero alla base dell’attività vaso-protettrice degli estratti di mirtillo nero. Da un lato, si pensa che i principi attivi contenuti in V. myrtillus inibiscano gli enzimi adibiti alla degradazione del collagene e dell’elastina, entrambi componenti della matrice extracellulare che avvolge i vasi sanguigni, la cui carenza è associata con l’aumento della permeabilità vascolare e con il rischio crescente di sviluppare aterosclerosi. Dall’altro lato, il controllo dell’omeostasi di collagene ed elastina si esplicherebbe con la stimolazione di reazioni di “cross-linking”, ovvero la formazione di legami chimici che rendono le molecole più stabili e, in questo caso, resistenti all’azione delle proteine responsabili della loro degradazione. Infine, un terzo meccanismo d’azione riguarderebbe la stimolazione della produzione di “mucopolisaccaridi” - costituenti fondamentali del tessuto connettivo - che contribuirebbe alla stabilizzazione della matrice che circonda i vasi, prevenendo, dunque, alterazioni della permeabilità e della funzionalità vascolare.

PRINCIPI ATTIVI

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