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Hai mai sofferto di cistite?

La cistite non è altro che l’infezione e la conseguente infiammazione della vescica che solitamente si manifesta con disturbi urinari, quali bruciore e/o dolore - noti con il termine medico “disuria” - aumentata frequenza ed urgenza dell’urinazione, occasionalmente presenza di sangue nelle urine - detta “ematuria” - e, infine, dolore sovrapubico.

Si tratta di una patologia che colpisce più frequentemente le donne, in virtù di caratteristiche anatomiche dell’apparato urogenitale femminile che costituiscono un fattore predisponente per l’ingresso di microbi nella vescica. Nelle donne infatti, l’uretra - ovvero il condotto che mette in comunicazione la vescica con l’esterno - è circa tre volte più breve rispetto a quella maschile, aumentando, quindi, significativamente la probabilità che batteri patogeni di origine anale e vaginale entrino in contatto con l’uretra, la risalgano con successo, e colonizzino la vescica. Uno studio epidemiologico condotto negli Stati Uniti agli inizi del 2000 ha messo in luce che entro i 32 anni di età, circa la metà delle donne avrà sofferto di almeno un episodio di cistite. Vista la diffusione di questa affezione, è particolarmente importante approfondire alcuni aspetti che riguardano le cause, le modalità di manifestazione, e i possibili approcci per una gestione efficace del disturbo.

Le cause della cistite

Come già accennato, la cistite è causata dall’insediamento di batteri nella mucosa della vescica. L’infezione, che nella maggior parte dei casi è legata al batterio Escherichia coli, può essere di tipo acuto oppure ricorrente. Quando si verificano tre o più episodi di cistite nel corso di un anno, allora si parla di “cistite ricorrente” o “cistite recidivante”. Al contrario, nel caso in cui l’infezione si ripresenti - anche molteplici volte - a distanza di almeno sei mesi, si ha a che fare con eventi indipendenti di “cistite acuta”. A livello clinico, la cistite viene ulteriormente classificata come “cistite semplice” o “cistite complicata”. La differenza risiede nel fatto che, nel secondo caso, condizioni pre-esistenti espongono il paziente ad un aumentato rischio di sviluppare complicanze - quale l’estensione dell’infezione al rene - o di non rispondere con successo al trattamento somministrato. Possibili fattori di rischio sono, ad esempio, eventuali malformazioni dell’apparato urogenitale, l’alterazione della funzionalità della vescica, l’insufficienza renale, la presenza di calcoli renali, la gravidanza, il diabete.

Al di là della predisposizione anatomica - su cui è impossibile intervenire - ci sono comportamenti e accorgimenti che, se adottati quotidianamente, possono contribuire a ridurre il rischio di contrarre la cistite.

Accorgimenti da seguire

La prima serie di suggerimenti ha a che fare con la dieta. Un’alimentazione equilibrata e ricca di fibre favorisce la regolarità ed il benessere dell’intestino, evitando l’instaurarsi di uno stato infiammatorio cronico che, in quanto causa di un’alterata permeabilità delle cellule dell’epitelio intestinale, potrebbe facilitare la fuoriuscita di batteri intestinali e la loro diffusione in altri distretti, tra cui le vie urinarie e la vescica. Il mantenimento di un buon livello di idratazione, inoltre, presenta in questo caso un duplice beneficio: da un lato, contribuisce al corretto funzionamento dell’intestino e, dall’altro lato, stimola una diuresi frequente ed abbondante, che svuota la vescica e la “pulisce” da potenziali agenti patogeni. Il consumo di mirtillo rosso canadese (Vaccinium Macrocarpon), infine, è consigliato per la prevenzione della cistite, poiché questo frutto contiene due specifiche tipologie di “tannino” - una famiglia di composti organici naturalmente presenti in diverse piante e dotati di proprietà antimicrobiche - che interferirebbero con il processo di adesione dei batteri alla parete della vescica, condizione altresì necessaria per l’insorgere dell’infezione.

Le ultime considerazioni riguardano, invece, l’igiene intima. La prima raccomandazione è di prestare particolare attenzione alla modalità di pulizia della zona perianale dopo la defecazione. Ovvero, è sempre preferibile procedere in direzione opposta alla regione vulvare, in modo da non trasportare microbi dalla zona anale verso la vicina zona vulvo-vaginale. Il secondo suggerimento è inerente al mantenimento della flora vaginale fisiologica che, come noto, svolge un ruolo importante nella protezione contro i microrganismi uropatogeni. Infatti, alterazioni del pH della mucosa vaginale favorirebbero la sopravvivenza di batteri patogeni tra cui Escherichia coli, e in caso di infiammazione - che può essere dovuta a diversi fattori quali lo stress, l’utilizzo di indumenti intimi non adeguati, piccoli traumi meccanici che insorgono durante i rapporti sessuali - la probabilità di un eventuale passaggio di microrganismi patogeni nelle basse vie urinarie risulta aumentata. Per questi motivi, una corretta igiene intima associata all’impiego di detergenti molto delicati - arricchiti con componenti ad azione antimicrobica - è particolarmente indicata nelle persone predisposte all’insorgenza della cistite. Infatti, sostanze come ad esempio il Tea Tree Oil, l’estratto di Calendula e la Vitamina B5, dalle naturali proprietà antimicrobiche, antinfiammatorie, emollienti e cicatrizzanti, possono contribuire ad ostacolare la risalita di batteri patogeni verso la vescica.

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